Circolo Polare Artico

Alfredo Speranzoni

Pianificare un viaggio invernale con prenotazioni e tappe definite prima della partenza è pressoché impossibile. Le condizioni climatiche avrebbero potuto essere tali da impedirci di proseguire facendo di conseguenza saltare tutte le prenotazioni effettuate. Si è quindi deciso, dopo un lungo ed attento studio dei vari percorsi possibili, di partire pianificando il viaggio giorno per giorno, in base alle condizioni che avremmo trovato.

In linea di massima l'itinerario prevedeva, partendo da Pavullo nel Frignano (MO), l'attraversamento di Austria e Germania dopo aver valicato il passo del Brennero, per arrivare in circa 2 giorni a Travemunde, porto d'imbarco per la Svezia. Costeggiare il golfo di Botnia lungo l'autostrada svedese E4 per giungere al confine finlandese e dirigersi poi verso nord per arrivare alla meta del nostro viaggio, Rovaniemi. Valicato simbolicamente il Circolo Polare Artico, saremmo scesi successivamente a sud lungo la costa finlandese del golfo di Botnia fino alla capitale, Helsinki, dalla quale era previsto l'imbarco per il rientro in Germania.

In moto si riesce a procedere a 30-50 Km/h e si viaggia intimoriti dal traffico che si muove a velocità decisamente superiori, lo spostamento d'aria causato da camion a 100 Km/h può anche causare la perdita di controllo della moto se il fondo è particolarmente viscido.

Non abbiamo incontrato altri motociclisti oltre a noi e al nostro arrivo si radunavano spesso capannelli di curiosi veramente stupiti nell'apprendere che eravamo giunti dall'Italia. In una sosta ad una stazione di servizio ci avvicina un appassionato motociclista, presidente di un locale Honda Gold Wing Club, non crede ai suoi occhi nel vederci in moto in pieno inverno e si prodiga in consigli ed informazioni: "look at the black ice" ci dice, spiegandoci che le strade sono ricoperte da uno strado di ghiaccio che ormai, misto a ghiaia e sale, è diventato nero ed inconfondibile dall'asfalto e che soprattutto di notte può diventare una trappola micidiale per il motociclista.

Le gomme chiodate forniteci ci permettono comunque di procedere, gli ultimi 500 Km sono di nuovo sotto una fitta nevicata. L'arrivo ad Helsinki suscita in noi altrettanto entusiasmo di quello provato arrivando al circolo polare artico. La sensazione è quella di aver varcato una nuova frontiera.

Le moto si sono rivelate assolutamente perfette, molti sostenevano che fossero più adatti modelli da enduro, in realtà credo che per affrontare 6000 Km sottozero sia necessaria la migliore protezione aerodinamica possibile, a scapito magari di un po' più di manovrabilità.

Le gomme Metzeler utilizzate (Marathon per la K1200LT e Z6 Roadtech per la R1150RT) ci hanno consentito di cavarcela egregiamente anche su fondi stradali decisamente difficili. Assieme ai tecnici dell'azienda abbiamo deciso la loro chiodatura per provare a muoverci con maggiore sicurezza sui fondi ghiacciati. Si è trattato di un esperimento in quanto applicare i chiodi a coperture stradali, da utilizzare per turismo, non era mai stato fatto in precedenza. Ogni pneumatico era fornito di circa 60-70 chiodi di tipo automobilistico, che sporgevano circa 1 mm dal battistrada.

Con questa soluzione si ottiene un apprezzabile beneficio sul ghiaccio ed è possibile utilizzare la moto normalmente su asfalto asciutto, tanto da permetterci di rientrare in Italia senza dover sostituire le gomme, mantenendo agevolmente buone medie autostradali.